venerdì 11 novembre 2011

Rinunce

Oggi ospito un intervento tratto da un blog che non conoscevo che mi ha molto colpito. Molti di voi l'avranno già letto, chissà, ma se come me vi era sfuggito, questa è un'occasione di più per riflettere.

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Quando si parla di veganismo, bastano pochi minuti perchè si materializzi il concetto di rinuncia.
Qualunque scelta passa in secondo piano, offuscata dalla rinuncia a cui ha dato luogo.
Nella visione distorta di libertà moderna, quello che escludi è più importante di quello che scegli secondo un ponderato atto di volontà.
A questo punto ho deciso di fare una lista di alcune cose a cui ho deciso di rinunciare nella mia vita:
 
  • Ho rinunciato ad avere un’alimentazione basata sui consigli per gli acquisti.
  • Ho rinunciato ad alimenti killer come carne, pesce, uova, latte e derivati.
  • Ho rinunciato ad aumentare le mie probabilità di avere malattie croniche, problemi cardiovascolari, tumori e ictus.
  • Ho rinunciato a mangiare cibi il cui sapore viene creato in laboratorio al solo scopo di essere percepiti come “buoni”.
  • Ho rinunciato all’idea che le proteine siano l’unico aspetto da tenere in considerazione quando parli di alimentazione.
  • Ho rinunciato all’idea che le uniche proteine utili siano quelle di derivazione animale.
  • Ho rinunciato all’idea che il latte faccia bene alle ossa.
  • Ho rinunciato ad una dieta ricca di colesterolo.
  • Ho rinunciato ad alimentarmi di carne imbottita di antibiotici, integratori, ormoni, diserbanti chimici e del cocktail velenoso che ne viene fuori.
  • Ho rinunciato all’idea che l’uomo sia un carnivoro.
  • Ho rinunciato a sovvenzionare gli allevamenti intensivi, che sono una delle principali cause di inquinamento e disboscamento nel mondo.
  • Ho rinunciato all’emissione di 36 kg di CO2  per ogni kilo di carne prodotta.
  • Ho rinunciato ad una dieta in cui servono più di 10.000 litri d’acqua per produrre un kilo di carne.
  • Ho rinunciato ad una dieta in cui servono 750 litri d’acqua per produrre un litro di latte vaccino.
  • Ho rinunciato ad una dieta che, solo negli USA, produce 40.000 kg di escrementi al secondo, che distruggono il suolo ed inquinano l’aria.
  • Ho rinunciato all’idea che usare lampadine a basso consumo salverà il mondo dall’inquinamento.
  • Ho rinunciato ad una dieta che sta trasformando mari e oceani in deserti acquatici privi di vita.
  • Ho rinunciato ad una dieta che soddisfi l’avidità di pochi a discapito della necessità di molti.
  • Ho rinunciato ad una dieta che può sfamare solo 2 miliardi di individui.
  • Ho rinunciato all’idea che è meglio usare i vegetali per allevare animali, piuttosto che sfamare direttamente le persone.
  • Ho rinunciato all’idea che la fame nel mondo non abbia soluzione.
  • Ho rinunciato ad essere complice dell’uccisione di più di 50 miliardi di animali ogni anno.
  • Ho rinunciato all’idea che gli animali non soffrano negli allevamenti. 
  • Ho rinunciato all’idea che gli animali non abbiano paura di morire.
  • Ho rinunciato all’idea che un vitellino non abbia bisogno di sua madre già dalle prime ore della sua vita.
  • Ho rinunciato ad una dieta che costringe le galline a vivere in gabbie soffocanti.
  • Ho rinunciato a credere che la vita di un cane sia migliore di quella di maiale.
  • Ho anche rinunciato all’idea che un cane sia piu’ intelligente di un maiale.
  • Ho rinunciato a credere che un pesce non soffra solo perchè non riesce a gridare.
  • Ho rinunciato all’idea che se qualcosa è gustoso, vale la pena ucciderlo.
  • Ho rinunciato a credere che la vita di un animale non valga quanto quella di un uomo.
La lista delle mie rinunce in realtà continua, se chi legge è un vegano lo saprà di sicuro ma se non lo fosse spero che abbia la curiosità e la voglia di andarlo a scoprire.
Io sono consapevole di ciò che voglio, e tu?

scritto da Luca Gullo
http://vegamami.altervista.org/

4 commenti:

NaturAlì ha detto...

Dico solo che mi sono commossa.
Hai ragione, quando si pensa a questa scelta viene subito in mente la parola rinuncia, mentre invece è un arricchimento.
Grazie per queste parole.. :)

Alice

Melania ha detto...

Grazie, molto bello, non lo conoscevo. Leggerlo mi ha fatto venire in mente una cosa che faccio ogni volta che sono stanca o depressa e mi viene voglia di lamentarmi della mia vita, un piccolo esercizio mentale.

Penso a quanto sono fortunata a far parte della specie umana invece che di quella animale, il che non mi condanna a vivere tutta la mia esistenza incatenata in un capannone o in una gabbia sovraffollata, a venire mutilata senza anestesia, trascinata al macello, appesa a un gancio e fatta a pezzi, magari ancora viva. Oppure a essere reclusa in un laboratorio asettico e torturata per mesi, per anni, su un tavolo vivisettorio.

Sono grata del fatto che uccidere, torturare, ridurre in schiavitù un individuo della mia specie sia considerato un reato.

Ringrazio il cielo che mi ha fatto nascere in un Paese nel quale è praticamente impossibile morire di fame o di sete.
Un Paese in cui non si viene imprigionati e torturati per le proprie opinioni politiche, o perseguitati per il proprio credo
religioso.
Dove tutti possono dire quello che pensano, dove i cittadini possono manifestare pacificamente senza che contro di loro vengano
mandati i carri armati.
Dove la sanità ancora funziona, molto meglio che in altre parti del mondo.
Dove i lavoratori, nonostante tutti i problemi, hanno ancora dei diritti e non sono costretti a lavorare 18 ore al giorno in uno
scantinato.
Dove le donne possono studiare, lavorare, uscire di casa, fare le proprie scelte, senza essere lapidate.

Sono grata per la mia salute, quella fisica e, ancora più importante, quella mentale.
Ringrazio di aver potuto studiare, di avere una casa, un lavoro, degli amici, un marito e una famiglia che mi amano.
Di potermi svegliare ogni mattina sapendo che (imprevisti a parte) il giorno seguente tutto questo sarà ancora mio.

Questo fa di me una delle creature più fortunate del pianeta. Come potrei allora condannare altri esseri a una vita di sofferenza e ad una morte orribile? Il nostro stile di vita, anche il più frugale, condanna alla schiavitù altri esseri umani e all'estinzione molte specie animali, private del loro habitat per produrre i beni che noi consumiamo. Non sempre è in nostro potere cambiare le cose, ma almeno per ciò che possiamo, perché non dovremmo farlo?

A chi mi dice "voi vegan non sapete cosa vi perdete con tutte le vostre rinunce" rispondo che per noi rinunciare alla bistecca non è una privazione, ma una liberazione.
A chi mi dice "poverina, certo che dev'essere difficile, ma come fai?" rispondo con una risata che di fronte a tutto quello che ho, scegliere una marca di shampoo al posto di un'altra o non mettere la mozzarella sulla pizza è esattamente come dover togliere un granello di sabbia da una spiaggia: niente.

Anonimo ha detto...

Sono felicemente vegana RINUNCIO!Ciao liliana

Ariel ha detto...

cara melania, ti faccio una sorpresa...