mercoledì 7 gennaio 2009

Tumore alla prostata? Se si può evitare...

Ogni tanto anche su qualche quotidiano nazionale si riportano le notizie che noi, più attenti e sensibili all'argomento, leggiamo quasi quotidianamente.
Questa è la volta del Corriere della Sera. Il titolo recita: Carne e latticini nemici della prostata.

Niente di nuovo, ma quando l'ennesimo studio riporta le consuete conclusioni non è mai abbastanza diffondere la notizia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati ultimamente sugli Annals of Internal Medicine.
In pratica, una dieta ricca di carne e derivati dal latte fa aumentare i livelli dell'ormone IGF-1 (fattore di crescita insulinosimile, di tipo 1) che promuove la crescita cellulare ed è risultato associato a un rischio maggiore di sviluppare alcuni tumori, tra cui quello della prostata:

La ricerca è stata condotta da ricercatori dell’Università di Oxford i quali hanno esaminato i risultati di 12 studi precedenti, per un totale di circa 9 mila uomini coinvolti: 3.700 con tumore della prostata e 5.200 non ammalati, serviti come gruppo di controllo. I ricercatori hanno scoperto che gli uomini con livelli alti nel sangue di IGF-1 avevano fino al 40 per cento di probabilità in più di sviluppare il cancro alla prostata rispetto a quelli con livelli bassi. Il coordinatore della ricerca, Andrew Roddam, puntualizza che non è ancora chiaro fino a che punto l'alimentazione influisca sui livelli di IGF-1, ma pare che i suoi livelli possano essere fino al 15 per cento più alti nelle persone che mangiano molta carne e molti prodotti derivati dal latte.

Certamente, come in gran parte delle malattie tumorali, esiste una predisposizione genetica ma il ruolo dell'alimentazione è stato evidenziato in grandissima parte degli studi di questo genere. Così come sono stati provati gli effetti protettivi di alcuni alimenti. In questo caso, ad esempio, è stata riscontrata una minore incidenza di tumore alla prostata nei forti consumatori di tè verde e soia, probabilmente a causa dei fitoestrogeni in essa contenuti, così come di crucifere e pomodori, ricchi di sostanze antiossidanti come il licopene.

Ancora conferme, dunque. Con buona pace dei nutrizionisti tv e dei dietologi da strapazzo.

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